Sìlarus

rassegna bimestrale di cultura

fondata da Italo Rocco

 

UN’ANTOLOGIA DELLA POESIA DI ITALO ROCCO

Da “Il Canto dell’Umanità” (vol. I; vol. II; vol. III), La Prora Milano 1972

Volume I

UOMINI D'OGGI

Incalzati dal demone della fretta
portiamo il grave zaino della vita
ed immersi nell’affanno del giorno
raccogliamo le ali alle farfalle
e tocchiamo il cielo con il capo.
Ma tremiamo all’acre gelo del vuoto
alienati come ormai siamo
dalle profonde radici dell’io.

I GIOVANI D’ OGGI SONO MIGLIORI DI NOI

Non ti crucciare
se i giovani come te non pensano
e come te non operano
frantumate le impalcature del tuo grattacielo.
Ma sappi leggere al fondo del loro cuore
ed ascoltarne il palpito
evitando l’irrisione del presente
e l’elogio del passato.
Cinti pure i lombi di debolezza
ma aperti i cuori
i giovani d’oggi sono migliori di noi
ed alle spalle la polvere lasciata
dei nostri idoli infranti
sono intenti alla costruzione
di un nuovo mondo
più umano e più giusto.

IL CANTO DELL'UMANITA'

E potranno pure parlare lingue diverse
avere facce ed usanze diverse
abitare ad est ad ovest a nord a sud
i popoli
un giorno
si comprenderanno ed ameranno
all’alito dello spirito divino.
La vittoria non sarà di questa o quell’idea
Di questo o quel popolo
ma sul bruto
e in tutti gli uomini
gli uomini l’uomo vedranno.
Tra le rovine del tempio
marxista mercantilista razziale
sarà trovato il Cristo
non spaccato né sezionato
non predicato ma vissuto
il Cristo
nell’uomo vivente
e peregrinante da duemila anni
sulle quattro squadre del crocevia del mondo
sanguinante il cuore
ed aperte le braccia
per accogliere
tutti.
Allora potranno pure parlare lingue diverse
abitare isole e continenti diversi
al cielo volare e permanere
i popoli si comprenderanno ed ameranno.
Sviluppati sottosviluppati in via di sviluppo
tutti
alla comune mensa siederanno
ed il pane e il vino consumati
canteranno:
“Per secoli ci siamo uccisi
odiati da negarci
il pane il vestito il letto il lavoro.
In nome della ragione di stato
della classe e del mercantilismo
il male il bene abbiamo rivestito
ed in sincerità parlare non abbiamo saputo
con amore pregare.
Ormai abbiamo sperimentato
come l’odio è sterile
il vincitore il vinto pareggia
lo sfruttato lo sfruttatore
l’ingenuo il furbo
gli occhi a mandorla i celesti.
Comune destino il lavoro
E nostro retaggio i mali
incurvarci ancora potranno
ma mano nella mano
per gli uomini venturi opereremo
e ci ameremo
fino al cenno di Dio
per novello cammino”.

SPERANZA

Ti ho attesa per lungo tempo
speranza
lungo i crocevia del desiderio
alle stazioni
ed agli aeroporti del mondo.
Ho bussato alle porte delle case
per ascoltare la tua voce
che porta l’eco del mistero
alla musica di flauto greco.
Ho interrogato i viandanti
ed ho letto nella loro anima il vuoto
e la perduta dolcezza dei tuoi occhi.
I cieli erano capovolti
al singhiozzo dei fanciulli
e all’impallidire delle stelle.
Vedova la terra
aveva piegato il capo
mentre io superstite
invano cercavo il tuo abbraccio
o amica speranza

UN GIOVANE ROSETO FIORISCE

Un giovane roseto fiorisce
davanti al tempio di Nettuno
e sorride
nella sera di primavera.
Alti sul gambo i bocciuoli
aprono labbra di corallo
e dondolano al vento.
Dal mare il sole ammicca
e trasale con guizzi di gioia.
Una fanciulla
occhi neri di terra pestana
offre rose
e pare che riviva il rito
tra le colonne del Tempio.

SOGNO

Sogno
fuga del tempo e dello spazio
quanto vorrei nelle tue braccia
riposare !
Non per volti
di soave bellezza
né per ideale
di umana grandezza
ma per vedere te
o mamma
io invoco il sogno

A CRISTO

Non fosti storia di ieri o preistoria
ma sei di oggi domani e sempre
Cristo
per chi ti rinnega
ti dimezza
o ti accetta.
Figlio di Dio e del tempo
superi la storia.
Tu storia fatta e da farsi
Non freddo concetto
ma luce d’amore e fontana di speranza
ami
come uomo e come Dio
gli uomini
e sei sempre pronto
nell’arco del nostro giorno
a salire la vetta del Calvario
per gli uomini fratelli
presenti e venturi.

Volume 2

IL SELE SCORRE NEL SILENZIO DELL'ORA

Il Sele scorre nel silenzio dell’ora
e non bada alla ressa della strada.
Prosegue nel cammino verdeazzurro
teso all’abbraccio del Tirreno.
Gli Alburni inginocchiati volgono
lo sguardo innamorato del cielo.
L’atmosfera è carica di mistero
ed il cuore con moto spontaneo sogna
la vissuta oasi del tempo lontano.

IL GIORNO SI FRANTUMA

Il giorno si frantuma nella sera.
L’ala del sogno disfiora la fronte
china sulla realtà dell’infinito.

IMPASTO DI TERRA E SOLE

Impasto di terra e di sole
o donna del Mediterraneo
è il tuo corpo di antica dea.
Invano il tempo
scalpella su di te
la legge della corruzione.
La forza delle more pupille
dilunga la tua bellezza
ai confini dell’umano
e la poesia ne perpetua il mito.

NELL'ALTALENA

Nell’ altalena di sogno e realtà
il presente sgomitola la vita
e l’uomo varca la soglia del futuro.

SULLE SPALLE DEL VENTO

Sulle spalle del vento
la mimosa poggia il capo
e guarda al cielo
in atteggiamento di preghiera.
Commosso il sole
dilunga braccia d’amore.

Volume II

QUANDO IL SOGNO

Quando il sogno confina con la realtà
e l’anima vive in contemplazione
il presente si dilegua nel nulla.
Invano le coorti del quotidiano
possono talora ripresentarsi
sull’orientale orizzonte di luce.
In questa estasi incantata l’io vive
nella fonda letizia della vita.

HO SCOLPITO IL TUO NOME SULLA MANO

Senza alcuna differenza di razza
di cultura e di diversità di lingua
sia dell’emisfero settentrionale
come di quello meridionale
dice a tutta l’umanità il Signore
<< Ho scolpito il tuo nome sulla mano>>
E tu, o uomo, che avanzi verso il tremila
nell’agone duro del quotidiano
brucia il cattivo seme di Adamo
Sull’altare dell’universale amore.

LUNGO IL CAMMINO

Lungo il cammino della sua esistenza
l’uomo schiude il cerchio delle braccia
per accogliere la fuggitiva gioia.
Sull’orizzonte della fronte porta
l’incisione delle vane speranze
nelle linee tracciate dalle rughe.

IL GIOVANE ULIVO

Il giovane ulivo sulla collina
dispiega al vento la chioma d’argento
nel meridionale incanto del cielo.
Nel cuore addensa con sforzi infiniti
la limpida e dorata sua dolcezza
e mostra la delizia del sorriso
pur nella sofferenza dell’inverno.

PERENNE PITTORE

Perenne pittore l’amico sole
dipinge quadri di rara bellezza
col ridente giuoco di luci ed ombre.
Superstite di un mondo defunto
l’ardito passero in festa cinguetta.
Nell’aria tersa del nuovo mattino
si sente la letizia della vita.

CON LA PUREZZA

Con la purezza di un adolescente
il limpido mattino s’è levato.
Con sorrisi di luce ha illuminato
il volto degli animali e delle cose
per la terrena letizia dell’uomo.

AL SOLE

Al sole che sorge e fuga
le tenebre della notte
l’uomo affida la favola della vita.
Nell’azzurro del cielo in contemplazione
pregando ammira
il volto splendente del suo Signore,
in attesa sofferente d’amore.

IL SOGNO DELL'IGNOTO SCULTORE DI VELIA

Nella bottega che apriva i battenti
sul selciato della strada maestra
l’ignoto scultore scolpiva un busto
nel pregiato antico marmo di Paro.
Traeva dalle interne fibre del cuore
l’immagine a lungo amata e vegliata.
Era la giovinetta incontrata un giorno
all’uscita dal tempio della città
e non dimenticata mai negli anni.
Intanto al lavoro non distingueva
Il suo fantasma dalla donna reale.
Sollevate nell’alto le pupille
gli parve di vedere la sua donna
che aveva in dono il bel nome di Velia,
identico a quello della sua città.
La snella figura aveva i capelli
raccolti sulla neve della nuca
fissati da una spilla d’argento.
Il vento alla luce del sole apriva
talvolta la sua castana sua chioma
venata da riflessi color viola.
Alta la fronte che il raggio del sole
pennellava con il gioco delle ombre.
Vellutato marrone le sue pupille
splendevano bagliori color oro
come la luce filtrata dai faggi
alle sorgenti del fiume Palistro.
Dallo sguardo percosso dal sorriso
Scoppiava l’anima in piena letizia.
Schiudeva le labbra di melagrana
e protendeva il giglio del suo volto.
Con il profilo di greca bellezza
splendeva la fattura del suo naso.
Sul suo petto fioriva la magnolia
dei rotondi bocciuoli dell’amore.
Batteva e ribatteva lo scultore
La punta dello scalpello nel marmo
e carezzava nell’interno il petto
alla ricerca dell’intimo nel cuore.
Egli non aveva più nelle sue pupille
la donna che viveva sulla terra
ma quella a lungo da lui sognata.
La vedeva ora pregare la sua dea
dell’amore all’antico tempio degli avi
festante nel gineceo aggirarsi
o passeggiare al tramonto a Porta Rosa
o in palestra tornire le fattezze
o immergersi nell’azzurro mare.
La febbre di amore e di arte bruciava
parimenti nel cuore dell’artista.
Egli stette in bottega il giorno e la notte
ed il novello giorno fino a quando
non fissò nel marmo l’amato sogno.
Da subitaneo trasporto rapito
baciò con effusione Velia scolpita.
Logorato dal fuoco della passione
a terra cadde sfinito e morì.
Attraversata dai fuochi dei templi
e dalle pallide lucerne la notte
chiuse nel velo nero lo scultore
e tre volte singhiozzò la civetta.
Dall’alto del cielo Venere pietosa
Illuminò l’artista dei suoi raggi.

ALL'ALITO DEL VENTO

All’alito del vento
gemono i flutti del mare
e scorollano gigli di spuma
adombrando l’aspetto degli scogli.
Dalle finestre delle nubi il sole
invano carezza con mano di luce
e nell’aria si perde
il singhiozzo fraterno dei gabbiani.
Solo al sorriso delle stelle
il cuore del mare lenisce l’angoscia.

FA' CHE IO VEDA

Fa’ che io veda con novelli occhi il
mondo
come il cieco di Gerico guarito
o Signore
Fa’ che io veda il tuo volto rispecchiato
in quello d’ogni terreste creatura.
Fammi essere al mio simile fratello
non abbagliato dal vano transeunte
ma guardare tutto e tutti con il metro
e il fine del sub specie aeternitatis
nell’universale luce d’amore.

MAGGIO FIORISCE

Maggio fiorisce
nelle mille armonie
del cuore e del creato.
Cielo acqua e terra
tripudiano
in un abbraccio di luce e d’amore.
La vita canta l’inno della gioia
nelle molteplici forme.
A tanto incanto
alita nel cuore
la mestizia del settembre di mia vita.