Sìlarus

rassegna bimestrale di cultura

fondata da Italo Rocco

 

La scomparsa di Maria Paola Rocco

 

Cara, carissima Maria Paola

Conobbi Italo Rocco per caso, sul treno, all'età di diciotto anni. Tornavo, raggiante, da Torino con nove liriche in tasca, che erano state appena lette da Edoardo Sanguineti e giudicate "assai interessanti". Iniziò così il mio rapporto con il Professore: - Piccirì, dopo la famiglia e la Rivista ci stai tu! - mi disse ad Alessandria, davanti ai miei genitori. Da allora divenne il mio Maestro che ho amato come un padre generoso ma severo, ricco di insegnamenti e di umanità ma categorico: - Sìlarus fortissimamente Sìlarus! -

Italo Rocco mi presentò sua figlia Maria Paola a Paestum in occasione della Premiazione del Sìlarus '71. Ricordo che, rivolgendosi a Luisi, affermò: - Mirella è il diavolo, mia figlia l'acqua santa! Sento però che la coppia funzionerà! - e così fu.

Di Maria Paola mi colpirono la mandorla dolce degli occhi e il sorriso sincero che subito contraccambiai.

Il nostro sodalizio durò ininterrottamente sino al giorno prima della sua dipartita.

Ci sentivamo ogni sette, dieci giorni. Le telefonate erano lunghe e, negli ultimi anni, sempre più intense. Si parlava dei problemi della Rivista, delle poesie da pubblicare o da premiare; dei miei figli, dei nostri nipoti, dei miei viaggi che tanto la coinvolgevano: - Mirè, non dimenticarti una cartolina! Italo (il figlio di Pietro) fa la raccolta! -

Maria Paola possedeva una sensibilità vivida, totale disponibilità verso il prossimo e la rara capacità di ascoltare. Amava oltremodo la sua terra, la letteratura, il Divino.

Come suo padre, aveva il dono della laboriosità e dell'organizzazione e quell'ironia garbata che coglieva nel segno senza ferire.

Insegnante per vocazione ed amica schietta, era pacata, fedele e saggia.

Riservata e serena, affrontò le battaglie della vita con grande forza interiore.

Lei, prima di sette fratelli, rappresentò per me, figlia unica, la sorella che non ho mai avuto.

Cara, carissima Maria Paola! Più passa il tempo, più mi manchi!

 

Mirella Taverna

 

 

 

 

 

Ricordando Maria Paola

Il 22 aprile 2006 scomparve Maria Paola Rocco.

Per la famiglia e per la rivista fu una grave perdita, poiché, dopo la morte del padre, era divenuta lei il punto di riferimento, la tessitrice in quella rete di rapporti che Italo Rocco aveva creato e che distingueva “Sìlarus” tra gli altri periodici culturali.

Maria Paola ereditò l’umanità, l’abilità e la praticità del suo illustre genitore. Inoltre, da esperta insegnante di lettere, aveva la competenza necessaria, per destreggiarsi nel mare magnum degli articoli, dei saggi, delle recensioni da pubblicare su ogni numero.

L’ho incontrata di persona a Battipaglia poche volte: sempre cortese e attenta, contenta per qualche mio successo letterario e per la trentennale collaborazione col mondo di “Sìlarus”. Più frequenti erano le conversazioni telefoniche, interessanti e cordiali. Poi, purtroppo, la vidi a Roma, al Policlinico, nel suo letto di dolore, ove sopportava il male con coraggio e con cristiana rassegnazione.

Sul numero 247 di “Sìlarus” fu pubblicata la lettera che scrissi a Lorenza in quelle tristi circostanze. In essa sottolineavo come fossimo diventate amiche. Mi mancano sempre la sua timidezza e la sua semplicità che celavano una cultura non comune. Ripeto un concetto che scrissi nella lettera del 28 aprile 2006. Per Maria Paola “Sìlarus” era una ragione di vita, una vera e propria religione. Da qualche anno questa “colonna” ha lasciato la nostra terra, ma il suo ricordo sarà costante, imperituro.

Elisabetta di Iaconi